Cos’è e a cosa serve l’ecografia prostatica?

L’ecografia prostatica è un esame diagnostico che consente di analizzare la prostata, ghiandola presente nell’apparato genitale maschile che produce e immagazzina il liquido seminale, attraverso immagini ecografiche in bianco e nero. Si tratta di una procedura non invasiva, che fornisce al medico i dettagli sulle condizioni della ghiandola e dei tessuti circostanti. A seconda dei casi e della situazione clinica del paziente, lo specialista potrà suggerire lo svolgimento del test in modalità sovrapubica o transrettale.

Effettuata per indagare le dimensioni e la presenza di eventuali anomalie della prostata, l’ecografia sovrapubica permette di:

diagnosticare patologie come l’ipertrofia prostatica benigna [2], infiammazioni o prostatiti;
comprendere le cause di un elevato valore di PSA (antigene prostatico specifico), proteina prodotta dalla prostata, nel sangue;
verificare l’eventuale presenza di tumori alla prostata [3].

L’obiettivo dell’ecografia transrettale è invece quello di ottenere una fotografia ancora più approfondita della condizione della prostata. Questo è possibile grazie all’impiego di una sonda ultrasonografica specifica, che viene inserita per un breve tratto nel retto. Una volta completata l’esplorazione lo specialista avrà a disposizione immagini statiche o video utili a effettuare diagnosi accurate di eventuali anomalie della ghiandola [4].

L’esame può essere consigliato dallo specialista se:

il paziente ha più di 40 anni;
il paziente presenta sintomi insoliti;
per familiarità o sintomatologia si sospetta un cancro della prostata;
nel corso dell’esame rettale sono emerse delle anomalie.

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I sintomi da non sottovalutare e che potrebbero indurre il medico a suggerire di effettuare un’ecografia prostatica sono [5]:

difficoltà a urinare;
sangue nelle urine o nel liquido seminale;
risultati anormali di un esame del sangue o delle urine;
presenza di noduli intorno al retto;
test di fertilità che ha rilevato un basso numero di spermatozoi.

In alcuni casi, l’ecografia prostatica può essere suggerita dallo specialista come passaggio preliminare a una biopsia, al fine di ottenere una panoramica più completa della situazione del paziente. Integrando i risultati delle due indagini è possibile, infatti, scattare una fotografia più ampia e individuare eventuali problematiche o dubbi generati da elevati valori di PSA o dall’esplorazione rettale [6].

Come si svolge l’ecografia prostatica?

L’esame ecografico consente di analizzare i risultati anomali emersi da un esame rettale digitale o da un esame del sangue del PSA elevato.

A seconda della modalità, sovrapubica o transrettale, prevede procedure di diversa natura.

Ecografia prostatica sovrapubica

L’ecografia sovrapubica ha una durata di circa 20 minuti, non richiede particolari tipi di preparazione ed è completamente indolore. L’unico elemento fondamentale è che il paziente, al momento dell’esame, abbia la vescica piena. Per questo è essenziale, nell’ora precedente al test, bere almeno un litro d’acqua senza urinare [7].

Per poter effettuare l’esame, il paziente viene fatto sedere sul lettino o sdraiare in posizione supina con l’addome scoperto. Il passaggio successivo prevede che il medico spalmi sulla pelle, in corrispondenza della zona tra l’ombelico e la base del pene, un gel acquoso, simile a quello utilizzato nelle ecografie svolte dalle donne in gravidanza. Questo consente alla sonda utilizzata dal medico di spostarsi senza impedimenti e favorisce la ricezione degli ultrasuoni in profondità.

Il medico posiziona dunque l’ecografo, dotato appunto di una sonda ecografica, nella zona sovrapubica e procederà così all’esplorazione. Muovendo la sonda, può visualizzare sullo schermo le immagini della prostata in modo da valutarne le dimensioni, la morfologia, individuare eventuali anormalità e, dopo la minzione, verificare il residuo di urina presente nella vescica.

Ecografia prostatica transrettale

Per eseguire un’ecografia transrettale il paziente viene fatto sdraiare sul lettino e posizionato su un fianco con le ginocchia raccolte verso il petto, oppure in posizione supina con le gambe sollevate. Prima di introdurre la sonda, il medico pratica una prima esplorazione con il proprio dito per verificare che non vi siano ostacoli all’inserimento. Una volta effettuato questo passaggio, inserisce la sonda all’interno del retto muovendola delicatamente per ottenere le immagini della ghiandola prostatica da varie angolazioni [6].

La sonda, o trasduttore per ultrasuoni [1],crea delle onde sonore a bassa frequenza e alta intensità nella zona interessata, che rimbalzano sui tessuti interni e sulla superficie della prostata producendo immagini dettagliate di quest’ultima. La macchina ecografica registra le onde sonore, che vengono poi trasformate in video e foto della ghiandola prostatica. Il materiale, raccolto e visualizzato sullo schermo di un computer, verrà in seguito dettagliatamente analizzato consentendo di evidenziare la presenza di eventuali anomalie.

La sonda utilizzata per lo svolgimento dell’ecografia è in grado di fornire immagini della prostata da diverse angolazioni: questo consente al medico di stimare non solo eventuali escrescenze ritenute anormali, ma anche le dimensioni della ghiandola stessa [8].

Terminata la procedura, il paziente potrebbe avvertire del fastidio o gonfiore nella zona del retto. Nonostante la sensazione possa persistere anche nei giorni immediatamente successivi all’esame, nella maggior parte dei casi non sono necessarie terapie post-procedura specifiche, salvo nei casi in cui vi sia l’insorgenza di infezioni. In questa particolare situazione, il medico potrebbe prescrivere una cura antibiotica per intervenire e curare l’infiammazione.

Risultati

In genere è necessario attendere alcuni giorni prima che un radiologo esamini le immagini e possa diagnosticare eventuali condizioni emerse dall’ecografia. A seconda dei casi, per ricevere un riscontro sui risultati potrebbero essere richieste fino a due settimane. Se dall’esame svolto emergessero delle condizioni anormali, il medico potrebbe suggerire un piano di trattamento specifico e indirizzare il paziente a un urologo o un altro specialista per cure più approfondite.

L’ecografia prostatica potrebbe rilevare una condizione patologica come l’iperplasia prostatica benigna: si tratta di un’eccessiva crescita cellulare che porta all’ingrossamento della ghiandola prostatica. In questo specifico caso, il medico può raccomandare l’assunzione di farmaci o interventi chirurgici per aiutare a gestire o trattare la patologia. L’iperplasia prostatica benigna non è una condizione grave e non aumenta il rischio di contrarre il cancro alla prostata, ma può causare disagi al paziente e rendere difficile la minzione [9].

Qualora i risultati dell’esame suggeriscano situazioni anomale o la possibile presenza di un cancro, sarà cura dello specialista prescrivere un nuovo test del PSA, per valutare i livelli della proteina nel sangue, ed eventualmente una biopsia prostatica. Una volta accertata la presenza di cellule tumorali, il medico discuterà i piani di trattamento per aiutare il paziente a gestire e curare la patologia [1].

Come prepararsi per l’ecografia prostatica?

L’ecografia prostatica è una procedura ambulatoriale che si svolge in meno di un’ora e che non richiede particolari preparazioni, se non in determinati casi: se il paziente assume medicinali anticoagulanti o per fluidificare il sangue; in caso di problemi ai polmoni o al cuore; in presenza di allergie a qualsiasi tipo di medicinale.

Per il paziente è importante, inoltre, comunicare al proprio medico se si possiedono valvole cardiache artificiali o se, prima di procedure dentali o chirurgiche, sia stata in passato indicata l’assunzione di antibiotici. Nel caso di un’eventuale biopsia da effettuare dopo l’ecografia, una settimana prima dell’esame lo specialista potrebbe suggerire di sospendere eventuali terapie anticoagulanti [8]. Per la stessa ragione, nei giorni precedenti al test è consigliato non assumere farmaci antinfiammatori non steroidei.

Alcune istruzioni che il medico potrebbe suggerire al paziente sono:

non mangiare nelle ore precedenti al test;
assumere un lassativo o effettuare un clistere per liberare l’intestino alcune ore prima dell’ecografia;
sospendere l’assunzione di farmaci anticoagulanti circa una settimana prima della procedura. Questa raccomandazione riguarda, in particolare, pazienti che potrebbero essere in seguito sottoposti a una biopsia della prostata;
non indossare gioielli durante la procedura;
bere molto e non urinare nelle ore precedenti al test, in modo che la vescica sia piena, così da migliorare la trasmissione delle onde attraverso i tessuti.

Prima di effettuare un’ecografia prostatica può essere prescritta una terapia antibiotica, da iniziare la sera prima dell’esame e continuare nei giorni successivi per prevenire il rischio di infezioni o infiammazioni. Per quanto riguarda le normali attività quotidiane, nelle 24 ore successive all’esame è consigliabile evitare azioni che richiedano particolari sforzi. Fatta eccezione per queste precauzioni, subito dopo l’ecografia è possibile riprendere le normali abitudini. Per i pazienti che avessero sospeso la propria terapia anticoagulante o fluidificante prima dell’ecografia, è consigliato di riprenderla almeno tre giorni dopo lo svolgimento test o comunque una volta terminate le eventuali perdite di sangue durante la minzione [6].

In sintesi

L’ecografia prostatica consente di analizzare le dimensioni e la struttura della prostata attraverso la produzione di immagini in bianco e nero. Indicata per l’approfondimento di diverse patologie che possono colpire la ghiandola, consente di identificare casi di: ipertrofia prostatica, cancro alla prostatae altre condizioni patologiche relative a quest’ultima.

È possibile effettuare l’ecografia prostatica in due modi: per via sovrapubica, appoggiando la sonda sull’addome del paziente, o per via transrettale, con l’inserimento di una sonda nel retto per un’indagine più dettagliata. In entrambi i casi si tratta di una procedura non invasiva, che fornisce al medico i dettagli sull’aspetto della prostata e dei tessuti circostanti. Rimbalzando sui tessuti interni, le onde sonore producono diversi tipi di eco che andranno a formare un’immagine dettagliata della ghiandola.

Nel caso fosse necessario, a questo test potrà seguire una biopsia prostatica, che prevede il prelevamento di un campione di tessuto della prostata e la conseguente analisi in laboratorio per verificare la possibile presenza di cellule tumorali.

Una settimana prima dello svolgimento di un’ecografia transrettale è consigliabile sospendere, nel caso di terapie in corso, medicinali anticoagulanti o per fluidificare il sangue e informare il medico di eventuali patologie cardiovascolari o respiratorie. Trascorse 24 ore è possibile tornare alle proprie normali attività, riprendendo la terapia anticoagulante o fluidificante nei tre giorni successivi al test o comunque quando non si verificano più perdite di sangue durante la minzione.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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