Durante la gravidanza, molte donne sono colpite da mal di testa provocati da ormoni. Secondo le stime ufficiali, le donne che soffrono ogni mese di mal di testa dovuti a variazioni ormonali sono almeno cinque milioni [1].

Il mal di testa in gravidanza può essere molto comune soprattutto nel primo e terzo trimestre. È un disturbo che non danneggia il bambino ma può essere fastidioso e invalidante per la madre. Tuttavia, alcuni farmaci usati per mal di testa secondari (ovvero collegati a una causa patologica) potrebbero avere effetti collaterali sulla salute del feto. Normalmente si consiglia sempre una terapia non farmacologica ma, qualora non fosse possibile, è necessaria un’attenta valutazione da parte del medico curante.

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Cos’è il mal di testa in gravidanza?

Il mal di testa, meglio noto anche come cefalea, è un problema molto diffuso nella popolazione e colpisce circa il 50% degli adulti nel mondo. Esso non fa distinzioni: colpisce persone di ogni età, sesso e nazionalità. È il terzo disturbo più diffuso nella popolazione e la settima causa di disabilità al mondo [2].

Con il termine cefalea ci si riferisce a un dolore che può essere presente in qualsiasi parte della testa, incluso il cuoio capelluto, la parte superiore del collo, il viso e l’interno del cranio. I dolori però non sono tutti uguali e al mondo esistono svariate tipologie di mal di testa.

La “Classificazione Internazionale delle Cefalee” ha identificato 13 forme principali con oltre 150 sottocategorie.

In generale, è possibile classificare queste cefalee in due gruppi:

cefalee primarie: il dolore avvertito è il risultato diretto del mal di testa, è dunque un disturbo autonomo, una malattia vera e propria. Si può considerare patologia “benigna” in quanto non causa deficit neurologici permanenti, né conduce alla morte, ma d’altra parte può però essere così disabilitante da compromettere in modo grave la qualità di vita del soggetto. L’emicrania è un classico esempio;
cefalee secondarie: il mal di testa è un sintomo, è il risultato di un’altra malattia o patologia di base, come un’infezione o la pressione alta. In casi particolari, possono essere legate ad altre patologie molto gravi, che mettono a rischio la vita di chi ne soffre [3].

Durante la gravidanza, le cefalee primarie sono le più comuni. Un esempio è l’emicrania, che si presenta sotto forma di dolori palpitanti, di solito solo su un lato del cranio o del volto, risultato dell’espansione dei vasi sanguigni nel cervello. Sfortunatamente, spesso è accompagnata da nausea, vomito e sensibilità alla luce. Una piccola percentuale di queste donne soffre anche di emicrania con aura (con presenza di sintomi neurologici), caratterizzata da sintomi visivi come lampi di luce o bagliori colorati e formicolii nelle braccia o nelle gambe [4].

Quali sono le tipologie di mal di testa in gravidanza?

Alla maggior parte delle donne in gravidanza viene diagnosticata una cefalea primaria (sovente emicrania e cefalea di tipo tensivo). Di solito, emerge durante i primi mesi di gravidanza o subito dopo la nascita del bambino, a causa di un drastico calo degli estrogeni. Normalmente, questo fenomeno dura alcune settimane per poi migliorare o scomparire durante i mesi successivi [5].

Di seguito saranno presentate le principali tipologie di mal di testa in gravidanza.

Emicrania

L’emicrania è una malattia caratterizzata da ricorrenti attacchi di mal di testa spesso unilaterali e pulsanti, associati a disturbi neurovegetativi come nausea, vomito, avversione alla luce (fotofobia) ed eccessiva sensibilità verso suoni e rumori (fonofobia). Data la natura ormonale, più della metà delle donne che soffre di emicrania riferisce un’associazione con il ciclo mestruale. In genere, il mal di testa si presenta due giorni prima del ciclo, o nei primi tre giorni della fase mestruale, in seguito al naturale calo del livello di estrogeni che si verifica in questo periodo. Si tratta della cosiddetta emicrania mestruale che, di solito, si ripresenta durante ogni ciclo, con sintomi molto più forti di quelli che si manifestano in altri giorni del mese [1]. Questi soggetti sono più a rischio di contrarre la malattia anche in caso di gravidanza.

Questi sintomi dell’emicrania però si attenuano e scompaiono dopo i primi tre mesi. Tuttavia, è probabile che l’emicrania torni nel periodo dell’allattamento. Le donne che normalmente soffrono di emicrania invece, riscontrano un notevole miglioramento nei loro sintomi, dovuto al fatto che durante la gravidanza scompaiono le oscillazioni ormonali. Raramente l’emicrania rimane clinicamente stabile in questo periodo, per questo motivo la terapia può essere modificata a volte giungendo alla completa sospensione.

Esistono due forme principali di emicrania:

emicrania senz’aura: è caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore, spesso da un solo lato del capo o del volto, di tipo pulsante (come un martello che batte), che si può aggravare con l’attività fisica o con il movimento (salire le scale, abbassare il capo) rendendo difficoltosa l’esecuzione delle abituali attività quotidiane; gli attacchi dolorosi possono iniziare anche da entrambi i lati del capo, oppure alternarsi prima da un lato e poi dall’altro, in qualsiasi momento della giornata. Il dolore provato è in genere molto forte e di solito costringe la donna a interrompere qualsiasi attività di lavoro. L’attacco emicranico può durare da qualche ora a quasi due-tre giorni consecutivi ed è sovente accompagnato da vari disturbi come: fotofobia, fonofobia, osmofobia (fastidio agli odori), nausea e/o vomito, che limitano l’assunzione del cibo durante l’attacco, da pallore, brividi e debolezza [3].
Emicrania con aura: l’emicrania è detta con aura quando il dolore è preceduto da sintomi neurologici reversibili e di breve durata (tra i 5 e i 20 minuti). Rispetto all’emicrania gli episodi dolorosi sono meno frequenti e hanno un andamento più irregolare. È caratterizzata da sintomi visivi tra cui: annebbiamento della vista, lampi o bagliori colorati, scintille luminose e visione deformata degli oggetti. Inoltre, sono presenti anche disturbi della sensibilità, anche se meno frequenti. Comprendono formicolii, punture di spillo, ridotta sensazione tattile (parte dalla mano per poi diffondersi all’avambraccio e alla bocca), debolezza ai muscoli degli arti e alterazioni nel linguaggio. Mentre nell’emicrania senz’aura il disturbo va a diminuire con l’avanzamento della gravidanza, nell’emicrania con aura è probabile che la donna, che potrebbe sperimentare per la prima volta questo tipo di emicrania proprio in gravidanza, continui ad avere attacchi durante tutti i trimestri [6].

Cefalea di tipo tensivo

La cefalea di tipo tensivo, chiamata in passato anche cefalea da contrazione muscolare, è caratterizzata da un dolore cupo, persistente, come un senso di oppressione e di pesantezza, descritto come a “fascia” o “cerchio alla testa”. Non è pulsante ed è spesso diffuso in tutto il capo oppure localizzato alla nuca o al livello degli occhi. L’intensità del dolore è lieve o moderata e a differenza dell’emicrania non si aggrava con il movimento o l’esercizio fisico. Raramente è accompagnata da nausea, fastidio alla luce o ai suoni. È associata invece alla rigidità muscolare, soprattutto di collo e spalle e potrebbe presentarsi insieme a difficoltà di concentrazione e a manifestazioni ansiose o umore depresso. Gli attacchi hanno una durata variabile da mezz’ora a sette giorni consecutivi. A seconda della frequenza degli episodi, si distingue una forma episodica e una forma cronica. La cefalea di tipo tensivo si definisce cronica quando il dolore è presente per 15 o più giorni al mese. Questa cefalea difficilmente peggiora durante la gravidanza [7,8].

Cefalea a grappolo

Il mal di testa a grappolo è un tipo di cefalea primaria molto rara, soprattutto in gravidanza. Si manifesta con un dolore di grave intensità e lancinante, altamente debilitante. Causa un dolore acuto alla tempia o intorno all’occhio, su un solo lato della testa, che dura per un periodo di tempo abbastanza breve (solitamente da 30 minuti a un’ora). È accompagnata da congestione nasale o rinorrea (fuoriuscita di muco o altro liquido dal naso) e a volte dall’abbassamento di una palpebra, lacrimazione e arrossamento del volto. La cefalea si manifesta solitamente in modo regolare per un periodo da uno a tre mesi (da qui deriva il nome “grappolo”), seguito da un periodo asintomatico di mesi o anni [3].

Il rischio di manifestare una cefalea secondaria è concreto, soprattutto per le donne incinte, anche perché la gravidanza stessa è un fattore di rischio per questi disturbi. Ipercoagulabilità, cambiamenti ormonali e anestesia per il travaglio sono solo alcuni dei molteplici fattori che contribuiscono all’alta incidenza di cefalee secondarie durante la gravidanza. Le caratteristiche secondarie possono non differire da quelle del mal di testa primario. Riconoscere le condizioni che causano cefalee secondarie ed effettuare una giusta diagnosi a volte è una vera e propria sfida. Inoltre, è stato scoperto che l’emicrania stessa è un fattore di rischio per lo sviluppo di cefalee secondarie [7]. Infatti, emicrania e gravidanza condividono una condizione di ipercoagulabilità: pertanto, è necessario prestare attenzione al rischio di disturbi cardiovascolari (che interessano il cuore o i vasi sanguigni), come tromboembolia venosa (coagulo di sangue in una o più vene) e ictus ischemico (infarto cerebrale) o emorragico (emorragia cerebrale) [9].

Alcune di queste malattie possono essere collegate alla preeclampsia (soprattutto l’emicrania), una grave complicanza della gravidanza chiamata anche gestosi. La preeclampsia è frequente nel secondo trimestre o ultimo periodo di gravidanza. Può provocare distacco di placenta e/o parto pretermine, aumentando il rischio di problemi del neonato subito dopo il parto.

È necessario rivolgersi subito a uno specialista, in presenza di uno o più di sintomi seguenti:

gravi cefalee;
visione distorta (sfocatura o luci lampeggianti);
dolore addominale, di solito sotto le costole;
nausea o vomito;
ipertensione;
proteinuria (quantità superiore di proteine nelle urine);
gonfiore delle mani, caviglie, piedi e viso;
difficoltà respiratoria;
stato confusionale o vertigini;
convulsioni (eclampsia) o danno agli organi (solo in caso di preeclampsia grave e non trattata) [10].

Quali sono le cause di mal di testa in gravidanza?

La causa esatta di un mal di testa non è sempre chiara. Nel primo trimestre di gravidanza il corpo della donna si modifica, aumentano gli ormoni e il volume del sangue. Questi cambiamenti a volte causano mal di testa più frequenti, che possono aggravarsi ulteriormente a causa di alcuni fattori:

stress, ansia, stanchezza e affaticamento degli occhi;
cattiva postura;
disidratazione, soprattutto in caso di nausea o vomito;
mancanza di sonno;
astinenza da caffè;
anemia causata da un calo di ferro;
fumo;
mal di stomaco;
cattiva alimentazione;
congestione nasale e naso che cola;
fame e bassi livelli di zucchero nel sangue [4].

Se il mal di testa insorge durante il terzo trimestre, spesso è collegato a diversi fattori dovuti a una postura scorretta, (tensione muscolare e cervicale e mal di schiena), a causa del crescente volume dell’addome.

Nonostante si tratti di un disturbo piuttosto comune, nei casi di forte mal di testa in gravidanza è sempre importante consultare il proprio medico o ginecologo; le cause infatti potrebbero essere molteplici, inclusi alcuni problemi legati alla pressione alta.

Quali sono i rimedi più efficaci di mal di testa in gravidanza?

La terapia di prima scelta per il mal di testa durante la gestazione e l’allattamento è quella non farmacologica. Durante la gravidanza, infatti, l’esposizione involontaria ad agenti teratogeni (composti chimici che causano anomalie e malformazioni nell’embrione anche a dosi innocue per la madre) presenti in alcuni farmaci può portare a problemi irreversibili nel feto. Tuttavia, dal mal di testa possono nascere stress, privazione del sonno, depressione e scarso apporto nutrizionale, con conseguenze negative sia per la mamma che per il bambino. Pertanto, se gli interventi non farmacologici sembrano inadeguati, si dovrebbe fare una scelta ponderata riguardo all’uso dei farmaci, tenendo conto di tutti i benefici e i possibili rischi [7].

Dunque, per prevenire o alleviare il mal di testa durante la gravidanza senza assumere farmaci con possibili risvolti indesiderati, occorre correggere il proprio stile di vita con cambiamenti salutari:

praticare attività fisica: includerla nella propria routine, come passeggiate quotidiane o piccoli esercizi aerobici moderati;
seguire un’alimentazione appropriata: mangiare regolarmente pasti programmati, assumere i giusti integratori e mantenere una dieta sana ed equilibrata;
applicare un programma di riposo regolare: almeno otto ore ininterrotte ogni notte è l’ideale, dormire è importante per evitare problemi legati alla privazione del sonno;
usare tecniche di rilassamento: provare a rilassarsi attraverso lo yoga, la respirazione profonda, il massaggio o l’agopuntura;
gestire lo stress: trovare modi sani per far fronte a fattori stressogeni, come richiedere un supporto psicologico;
smettere di fumare;
prevenire i fattori trigger (scatenanti): se alcuni alimenti o odori hanno innescato cefalee in passato, bisogna evitarli. Tenere un diario per il mal di testa potrebbe aiutare a identificare i diversi fattori che possono causarlo;
bere tanta acqua: bisogna consumare almeno 8/10 bicchieri di acqua al giorno;
vivere in un ambiente sereno;
provare il biofeedback: è una tecnica che aiuta ad avere un certo controllo sulle normali funzioni involontarie dell’organismo, come il battito cardiaco, la temperatura corporea e la pressione arteriosa [11].

Se il trattamento non farmacologico non dovesse funzionare, sarebbe consigliabile avvertire il proprio medico curante. Di solito per gli attacchi di forte cefalea, il medicinale considerato più sicuro è il paracetamolo, che può essere utilizzato sia in gravidanza sia durante l’allattamento [7]. Il medico inoltre potrà prescrivere beta-bloccanti a basse dosi per l’emicrania senza aura, o amitriptilina per l’emicrania senza e con aura [12].

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In sintesi

La gravidanza è un periodo di cambiamenti, è normale presentare sintomi talvolta fastidiosi come il mal di testa. Questo sintomo dopo il primo trimestre di gravidanza di solito scompare, quindi si consiglia di sopportare il fastidio, se non è troppo invalidante.

Quando si è in gravidanza o la si sta pianificando è normale avere dubbi circa l’assunzione di medicinali. L’uso di farmaci è altamente scoraggiato a meno che non sia assolutamente necessario, dato che la sicurezza di qualsiasi farmaco non può essere garantita durante la gestazione. In particolare, se si assume una terapia farmacologica e si sta pianificando una gravidanza, ancora prima del concepimento è consigliabile sottoporsi a una visita medica in modo tale da chiarire già in anticipo che terapia sostitutiva sarebbe meglio seguire in caso di malessere: si possono infatti assumere farmaci in gravidanza solo dietro prescrizione medica.

Al momento esistono svariate tecniche per prevenire il mal di testa che hanno ottimi risultati: è importante trovare insieme al proprio medico quella più consona. Per il benessere della madre e del bambino è molto importante che la gravidanza trascorra in serena tranquillità.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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